FORUM BONSAI LODI - GIANCARLO CARLINI - TUTTE LE TECNICHE D'INNESTO - SECONDA PARTE

 
 
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INNESTI
di GIANCARLO CARLINI
 
 
INNESTI A GEMMA 

Gli innesti a gemma si avvalgono per l'appunto di una gemma isolata, detta anche occhio o scudetto.
Si tratta di una tecnica relativamente facile, che consente un'elevata percentuale di attecchimento.

Scelta della gemma
La gemma deve essere "a legno", vale a dire appuntita e non globosa, ben maturata (non erbacea), portata da rami di un anno sani, minima corteccia lucente e di colore uniforme.
Epoca del prelievo
Quando le piante sono "in succo" e hanno perciò la corteccia facilmente distaccabile.

Innesto a gemma vegetante
Si attua su piante in piena attività, alla ripresa vegetativa. La gemma deve trovarsi in fase di sviluppo più arretrato rispetto al porta innesto; in caso contrario, il germoglio si evolve prima che la saldatura sia completa ed è quindi destinato a soccombere per insufficiente nutrimento.
La gemma, prelevata dal porta innesto prima che inizi la fase del risveglio, si conserva in frigorifero, dentro un contenitore di Plastica, alla temperatura di 4 °C.
 
 
 

Innesto a gemma dormiente
Si attua quando le piante entrano nella fase vegetativa discendente, cioè in luglio settembre, ma tuttavia sono ancora sufficientemente in succo per permettere la formazione di nuovi tessuti. La gemma si preleva all'atto dell'operazione.

Innesto di giugno
Si pratica limitatamente ai climi caldi, che consentono un periodo vegetativo prolungato; si impiegano "gemme ibernanti", cioè portate da rami nuovi e di regola destinate ad evolversi soltanto nella primavera successiva; se innestate su porta innesti ottenuti con la semina nell'autunno precedente, si evolvono nell'estate stessa sviluppando un rametto entro l'autunno.

TECNICA DI BASE PER L'INNESTO A GEMMA

Prelievo della gemma

Mediante l'apposito coltellino, si preleva uno scudetto con al centro la gemma, lungo circa 3-4 cm e con spessore di 5 mm; l'incisione deve interessare anche il legno, per garantire l'integrità dello strato cambiale.

Preparazione del soggetto

· Si sceglie una pianta giovane, o un ramo giovane di una pianta adulta.
· Nella porzione prescelta si eliminano rametti e germogli, lasciando eventualmente qualche foglia sopra al punto stabilito, per nutrire meglio la gemma.
· Nella parte distale si pratica un’incisione a T (cm 3 x 1); la T rovesciata è da preferirsi, in quanto ostacola la penetrazione dell'umidità.
· L'incisione non deve interessare i tessuti sottostanti la corteccia.
· Si sollevano i lembi della T mediante la spatolina di cui è munito il coltellino.
· Si introduce la gemma, rispettandone la polarità.
· Si lega, per mantenere l'aderenza tra le due parti; non è necessaria la protezione con mastice, anzi è preferibile lasciare libera la gemma.

 
Per l'innesto a gemma o scudetto, si prelevano da piante in succo gemme a legno portate da rami di un anno e si introducono in un'incisione a T praticata sulla corteccia

Innesto a salgues

È applicato in particolare alla Vite, nel corso dell'attività vegetativa. Lo scudetto è a forma di lente. Sul porta innesti si pratica, in luogo della incisione a T, una semplice fenditura, che viene fatta aprire incurvando il rametto; quindi si inserisce lo scudetto e si lega.


 
 
 
Innesto a pezza

Si pratica a gemma vegetante o dormiente ed è adatto per piante con corteccia poco elastica, spessa, o che comunque non si prestano a fornire un anello.
Con il coltello a doppia lama si stacca un quadratino di corteccia fornita di legno, con al centro una gemma. Si ricava un intarsio uguale sul soggetto, indi si effettua la sostituzione e si lega.
Il soggetto può avere dimensioni qualsiasi; eventuali dislivelli, dovuti al diverso spessore delle cortecce, si eliminano con il coltellino.
Innesto a pezza: come si vede nelle foto e nei disegni, richiede una tecnica relativamente facile.


 
 
Innesto a zufolo

Si addice a piante ricche di midollo (Noce, Fico, Vite ecc.) e si effettua a gemma dormiente o vegetante, a seconda della specie.
Mediante il coltello a doppia lama si ricava una striscia di corteccia di innesto, alta circa 3 cm, con al centro una gemma ben formata.
Si stacca una striscia di corteccia, identica, sul porta innesto, risparmiando una piccola porzione verticale che serve per assicurare la circolazione della linfa; poi si inserisce l'anello e si lega.
 

 
 
Innesto alla maiorchina (tecnica a "intarsio")

Si applica in particolare alla Vite, a gemma dormiente.
Lo scudetto, che si ricava da tralci di un anno ben lignificati, deve avere uno spessore di 2 mm nella parte inferiore.
Nel porta innesto si ricava una nicchia, nella quale si inserisce lo scudetto, quindi si lega.
L'innesto si pratica al piede.
 






Innesto a scheggia o scaglia (chip budding)

Si applica in particolare alla Vite, a gemma vegetante (fine inverno), in luogo di quello alla maiorchina. Lo scudetto, fornito di una porzione di legno, deve avere uno spessore, nella parte inferiore, di circa 3 mm, e una lunghezza di 2-3 cm. Il taglio nel porta innesto deve consentire l'incastro dello scudetto alla base.

 
 
Innesto a doppio scudo o intermedio

Si applica allo scopo di far superare l'incompatibilità tra porta innesto e innesto.
Le modalità e l'epoca di esecuzione seguono le regole generali.
Tra le due parti poste a contatto si inserisce uno scudetto privato della sua gemma e prelevato da una varietà o cultivar compatibile sia col soggetto che con l'oggetto.


 
 
 

 

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